AMBIENTAMENTO, strategie e consigli per sopravvivere!

Settembre 2023

Settembre è un mese delicato. Il rientro a lavoro per gli adulti e quello a scuola per i bambini implica il ritrovare una routine familiare che permetta la serenità e la consapevolezza di quelli che sono gli impegni da rispettare e quale, invece, il tempo da dedicare ai propri affetti. 

Ritrovarsi nel proprio contesto e nei propri spazi è più semplice per chi si è, negli anni, abituato a vivere settembre con la determinazione e l’entusiasmo di una nuova avventura. Non per tutti, però, è così, o meglio alcuni passaggi e cambiamenti possono portare dubbi e domande, a volte dello smarrimento. Questo accade soprattutto in quelle famiglie in cui genitori e bambini si trovano ad iniziare un percorso sociale importante. 

Mi piace che nella maggior parte dei nidi e delle scuole d’infanzia si usi il termine “ambientamento” e si sia messa da parte l’idea desueta di “inserimento”. A volte una sola parola può fare una grande differenza. Non voglio dilungarmi troppo su questo aspetto, quello che mi piace della parola “ambientare” è sicuramente l’aspetto totalizzante, infatti un ambiente è composto non solo da uno spazio, ma anche delle persone, dei ritmi, delle routine, degli oggetti, dei rumori, gli odori e i suoni. Soffermandomi brevemente sul concetto di inserire, mi ritrovo a pensare alla staticità. Appoggio un oggetto in una scatola, lo inserisco in un contenitore e ne chiudo il coperchio, è un’estremizzazione. Ma aiuta un genitore, e anche un professionista, ad avere un punto di vista molto diverso di come i primi giorni di una famiglia al nido o a scuola possono essere vissuti. 

Qual è la prassi per un buon ambientamento?

Non esiste una formula magica che renda tutto estremamente semplice. Non esiste un modo giusto o sbagliato di approcciarsi a questo momento iniziale. 

Esistono servizi che ambientano in tre giorni full immersion, altri più graduali che prevedono la partecipazione dei bambini alle attività accompagnati dai genitori un'ora al giorno, o altri che già dal primo giorno ci si saluta alla porta. Vorrei sottolineare che un buon servizio è in ascolto delle esigenze dei bambini e dei genitori, ovvero che l’educatrice si mette in ascolto, si avvicina ed entra in relazione con i tempi peculiari di ciascun individuo. 

Ci sono situazioni in cui le scelte sono obbligate, mi è capitato di genitori che dovevano rientrare al lavoro e non potevano trattenersi più del dovuto, e altri invece che erano preoccupati e non sarebbero usciti mai dalla stanza nonostante il proprio bambino era in gamba e pronto a salutare. L’ambientamento non è solo per bambini ed educatrici, ma il genitore è un elemento fondamentale e centrale quanto gli altri attori in gioco. 

Un buon ambientamento parte da un buon colloquio, le educatrici e i genitori devono avere lo spazio di scambiarsi delle informazioni, ma anche le emozioni di questo periodo. La conoscenza reciproca fa scattare la fiducia. E quando entra in scena il bambino, il grande protagonista, tutto il non verbale insito nei gesti degli adulti è il primo vero messaggio che lui assorbirà.

Per un genitore è fondamentale affidarsi e lasciarsi guidare dalle educatrici, soprattutto nel caso in cui sia il primo figlio, ma non di meno se è un’esperienza già vissuta con il maggiore, poiché sappiamo bene che ogni bambino ha il proprio temperamento e la relazione instaurata non può essere uguale. Arrivano al nido mamme e papà già in apprensione perchè la prima volta “è stato un disastro" e poi si stupiscono di quanto la seconda volta sia stato più semplice. 

Un buon ambientamento non termina nel momento in cui un bambino saluta la mamma alla porta in pochi minuti. Ma continua nei giorni successivi, quando si misura con gli altri, piccoli e grandi, si misura nello spazio, e nelle proprie competenze, quando si deve riferire all’adulto che sa non essere mamma e papà, quando deve modulare i suoi desideri, condividere l’educatrice con gli altri, gestire i tempi di attesa. Tutto questo “lavoro sociale” è di fondamentale importanza per il futuro. Infatti entrare in un contesto di gruppo vuol dire imparare a rispettare e rispettarsi. Ascoltare i propri bisogni e comunicarli. 

In questo senso è fondamentale che un bambino che comincia l’esperienza scolastica, abbia ancor più attenzione da parte dei propri genitori. Pensate alla fatica che tutti noi facciamo quando siamo in un contesto pubblico, dove vigono delle regole per una pacifica convivenza, e a quando arriviamo a casa e ci buttiamo sul divano dopo un sospiro di sollievo. Pensate al dover stare seduti ad un tavolo per pranzo e a quanto invece sia bello poter mangiare sulla poltrona. Pensate al dover indossare una cravatta che stringe sul collo e a quanto si stia meglio quando finalmente ci si può infilare una tuta e se è macchiata non importa a nessuno perchè sono vestiti per stare in casa. 

Se è liberatorio per un adulto tornare in quell’ambiente familiare, nonostante siamo in qualche modo abituati, pensate per un bambino alle prime armi che deve gestire, il corpo, i bisogni, i desideri… 

In questo caso infatti si parla di regressioni post ambientamento, uno fra tanti il tornare nel lettone di mamma e papà, oppure nonostante sia un bambino che non usa più il pannolino, bagnarsi mentre sta giocando con i suoi giochi di casa, o ancora voler stare in braccio tutto il tempo. I pianti disperati se la mamma si sposta per preparare la cena, oppure se il papà risponde al telefono. In questi giorni, diventa tutto più complesso, il bambino ha bisogno di sentirsi al centro dei pensieri dei propri genitori. Il suo sforzo dello stare con altri, deve in qualche modo essere compensato, ha bisogno di sapere che quando non è con mamma e papà, lui è al centro dei loro pensieri. 

Per evitare che tutto questo accada, o quantomeno che diventi un supplizio per grandi e piccini, il suggerimento è di certo quello di prendersi il weekend, o il pomeriggio, per dedicarsi uno all’altro. Non riempiamo anche quel tempo di commissioni, di amici, di gite fuori porta. Stare in un ambiente familiare con persone familiari è di certo il modo migliore per rafforzare la relazione e ascoltare le emozioni. 

Perchè tante volte è semplicemente questione di sentire ciò che si prova e non agire su di esse come a volerle modificare. Rassicurarsi e assicurarsi di esserci e di volersi bene è ciò che conclude un buon ambientamento.