Genitori e conflitti

Ottobre 2024

Quando si parla di conflitti, spesso ci si concentra sulle discussioni e i litigi che intercorrono tra genitori e figli. Che siano grandi o piccoli, è evidente che alcune scelte degli adulti non sempre vengono condivise; da quelle più piccole, come non mangiare caramelle prima di cena, a quelle più grandi come il rientro a casa ad un orario stabilito. Accordi o imposizioni, si tratta comunque di decisioni prese dall’alto, per il benessere dei proprio figli, o almeno è quello che si auspica sempre. 

Ma se i protagonisti del conflitto fossero solo i genitori?

Prima che i figli nascano, mentre si è in attesa, sono tanti i discorsi che si intraprendono pensando a quale linea educativa si vuole tenere, a volte bisogna trovare dei compromessi, a volte affidarsi alle scelte più ragionevoli, altre semplicemente sono i retaggi dell’educazione ricevuta da piccoli.

Ma da quei pensieri, quei sogni, quell’immaginare il futuro arriva la realtà.

Non voglio dire che tutto quei discorsi siano stati vani, anzi, sono importanti per conoscersi profondamente, ma non dimentichiamo che ogni bambino ha il suo temperamento, il bello che li caratterizza a volte si trasforma in un uragano che mette a repentaglio la pazienza di tutti.

Alcuni dei motivi per cui uno dei genitori perde la pazienza sono la fretta, dover uscire da casa e vedere che il proprio bambino non indossa la giacca e le scarpe, la stanchezza, è stata una giornata piena di movimento, di esperienze e di richieste e alla sera scoppiano in un pianto disperato, il mangiare, quante volte un genitore prepara la cena e alla fine rimane tutto nel piatto perchè il figlio desiderava mangiare esattamente l’opposto e si arriva alla minaccia: vai a letto senza cena?

Questi sono alcuni, ma ce ne sono molti altri. 

In queste situazioni c’è un genitore che con pazienza cerca delle strategie per risolvere il problema e l’altro che lo avrebbe risolto alzando la voce e urlando dalla disperazione, passando per il ricatto o la minaccia.

Qui non si condanna nessuno. 

Ricordiamo che durante la giornata il carico emotivo dato dal lavoro e dal tempo che si passa con il proprio figlio non è mai completamente in equilibrio con quello dell’altro genitore. Sì, entrambi a fine giornata saranno stanchi, ma una volta per ciascuno è utile prendersi il carico di quel “capriccio”, o di stemperare la situazione per alleggerire il dispendio di energie e fatiche che finirebbero certamente in un’esplosione di rabbia di tutti. Con conseguente senso di colpa.

Davanti ai bambini è bene non litigare, ma questo non significa che non ci si debba parlare. Un genitore che dice a quello più in difficoltà: vai pure a stenderti che qui ci penso io, oppure che invita il bambino ad uscire per fare una passeggiata solo loro due, o ancora che invita l’altro genitore ad andare a prendere un libro perchè i giochi si stanno facendo troppo scatenati, non va mai vissuto come un’accusa, anzi è una mano aperta a cui aggrapparsi quando non si riesce a sbloccare un momento di fatica. 

Pronunciare quella fatidica frase: dopo parliamo un attimo? Rivolta al partner, non deve farci tremare le gambe. Ma deve essere un’occasione per raccontarsi la giornata per trovare la strategia comune che riporti la serenità. Un po’ come una parola di sicurezza o di emergenza che aiuta a fare un grande respiro per riprendere il controllo.