"FARE" per l'autonomia

Maggio 2024

Per parlare di autonomia bisogna necessariamente parlare di esperienza. Uno degli errori più comuni che commettiamo in quanto adulti è non dare spazio al “fare” dei bambini. Desideriamo l’apprendimento lampo, la possibilità di aprire mille finestre insieme come fossero applicazioni di uno smartphone di ultima generazione. Alle tecnologie è giusto chiederlo, ma da un bambino possiamo pretenderlo?

Per quanto sappiamo bene che la risposta è NO, a volte ce ne dimentichiamo, o la diamo per scontata.

L’autonomia ha necessità di spazi ampi e tempi lenti. Qualsiasi apprendimento volto al poter “fare da soli”, al saper stare da soli, organizzarsi i propri giochi o prendere delle decisioni personali ha un susseguirsi di tappe che si caratterizzano dalla liquidità, infatti non tutti i bambini impiegano lo stesso tempo e le stesse risorse per arrivare alla “soluzione del problema”.

Il primo step è quello dell’OSSERVAZIONE. Ci sono apprendimenti immediati: guardo, provo, riesco. E altri invece che richiedono più osservazioni in diverse occasioni. Un esempio pratico è quello del vestirsi da soli. Un genitore di fretta veste il proprio figlio sul divano mentre è distratto dalla televisione, la domanda che sorge spontanea è: ma questo bambino saprà capire il dritto e il rovescio di una maglietta? Il davanti e il dietro dei pantaloni? La destra e la sinistra delle scarpe? Probabilmente no, oppure gli servirà qualcuno che gli sottolinea di non aver indossato i capi nel modo corretto, creando in lui una frustrazione. 

Mostrare le etichette, le cuciture e i lacci fin da piccoli, accompagnando i gesti di adulto consapevole, può essere un buon modo per insegnare attraverso la ripetizione il modo corretto di vestirsi. 

La seconda fase è il FARE INSIEME. In quanto adulti responsabili sappiamo valutare quali situazioni possono essere pericolose in base all’età del bambino, a volte però, per amore e per coscienza non ci rendiamo conto che i bambini sono molto più consapevoli e attenti di quello che possiamo immaginare. Poter fare insieme ai bambini gesti di quotidianità ci regala l’occasione di essere noi adulti gli osservatori e capire se i bambini sono pronti a qualcosa di nuovo da apprendere, su cui allenare la loro autonomia. 

Ormai sapete che a me piace raccontarvi i miei ricordi, uno di questi calza a pennello. Mia nonna a 4 anni mi faceva stirare i fazzoletti di stoffa. All’inizio lei guidava il ferro da stiro con la mano sopra la mia, dopo qualche volta, mi lasciava fare da sola, sorvegliando attentamente i miei movimenti. Questo esempio vale anche nei casi in cui si stanno tagliando le verdure per cena, o si sta aggiustando qualcosa con cacciaviti e chiavi inglesi. Queste esperienze bambino-adulto creano dei legami di fiducia, di empatia e possono arricchire di apprendimenti e di consapevolezze i più piccoli. 

In ultima battuta “LO FACCIO IO PER TE”. Un bambino che ha osservato, provato e appreso la sequenzialità e i processi ha voglia di darsi da fare. Ha voglia di fare da solo. Sono molte le occasioni in cui sono gli adulti che si spendono per lui. E arriva il momento in cui è lui che desidera sperimentarsi per gli altri. Non sempre si può, ma quando è possibile lasciamoli fare. Ricordo con piacere quando sono entrata a casa di Francesca e mi ha chiesto se desiderassi un caffè ed è stata Cecilia a 3 anni a prepararmelo. Accendere la macchinetta, inserire la capsula, schiacciare il tasto quando smette di lampeggiare. Una soddisfazione e un piacere per tutti. 

L’autonomia è composta di tempo e spazio di allenamento, non solo per i più piccoli, ma anche per i grandi. Non è semplice per un genitore avere il coraggio di lasciar fare al proprio bambino, perchè ogni apprendimento è bellissimo, ma rende anche consapevoli che quel piccolo si stacca sempre un po’ da noi. Ci sono genitori che lo vivono con un sospiro di sollievo, perchè stanchi e affaticati dall’inseguire i bisogni dei proprio bambini, e altri, invece, che si fanno prendere dalla malinconia e dalla nostalgia di quando senza il sostegno e l’ausilio di mamma o papà non erano in grado di far nulla.

È fondamentale interrogarsi sulla genitorialità, porsi domande di come stiamo educando i nostri bambini. Non esistono genitori perfetti, ma genitori consapevoli.