BAMBINI E DIGITALE

Un discorso in evoluzione

Giugno 2023

Parlare di digitale nel mondo di oggi porta con sé una complessità non da poco. 

Ci sono tante e diverse visioni di come il digitale possa essere rapportato ai bambini. Qualcuno lo demonizza, dicendo che prima è per forza necessario passare dal “fare concreto”, probabilmente qualcuno ha una visione tanto drastica data dalla paura che poi, nei bambini, possa creare una dipendenza tale per cui può compromettere la socializzazione nel mondo reale. 

Alcuni pur sapendo che non è un qualcosa di “giusto”, è l’unica strategia che ha per calmare il proprio figlio, oppure per intrattenerlo per potersi godere una serata con il proprio partner, o con gli amici. Altri invece, vivono questa situazione con estrema serenità, “tanto prima o poi, fa parte del mondo contemporaneo”.

Nessuna di queste posizioni è necessariamente sbagliata o giusta. È opportuno fare un piccolo passo indietro. Prendiamo consapevolezza che, come tutto, nel percorso di crescita di un bambino ciò che va bene a 5 anni non è la stessa cosa che può andare bene a 3 oppure a 8 anni.

La base è la conoscenza. Qualsiasi cosa coinvolga noi stessi o i nostro bambini, dobbiamo informarci. Ammetto non essere sempre semplice considerata la grande quantità di informazioni che troviamo sul web, nei racconti di chi ci è già passato, nei libri in commercio.

Conosciamo gli strumenti digitali, la prima grande categorizzazione che possiamo attuare e che ci sarà davvero utile è quella di riconoscere ciò che è passivo da ciò che è attivo. Ovvero, davanti alla televisione si è passivi, non si può interagire, fruiamo di immagini e suoni che qualcuno ha messo a disposizione per noi, vale anche per un video su qualsiasi altro dispositivo.

Davanti ad un videogioco si è attivi a metà, poiché abbiamo un joystick o una tastiera per muovere un personaggio, ma la meta, il livello, la partita si conclude nel momento in cui si raggiungono degli obiettivi che qualcun altro ha impostato per noi. 

Possiamo definire una posizione attiva nel momento in cui il progetto o l’obiettivo siamo noi stessi a deciderlo. Un esempio possono essere programmi o applicazioni come il vecchio e caro Paint (per chi è della mia generazione sa di cosa parlo), Procreate, Scrach… in questi casi, che sia programmare per raccontare una storia oppure animare immagini, o ancora disegnare, colorare, creare gif, testi, i bambini, ma anche gli adulti, devono fare uno sforzo creativo, esattamente come quando si utilizza un foglio con dei pennarelli, i mattoncini Lego o Meccano. Ma allora che cosa serve farlo in digitale se si può fare in analogico? Gli apprendimenti possono essere molto simili, anche se non specificatamente uguali. Ricordiamo sempre che i bambini sono nativi digitali e che queste modalità ricreative, o di lavoro, saranno parte quotidiana del loro fare.

La domanda sorge spontanea: ma quindi niente tv o videogiochi? 

No, non è questa la soluzione, non è vietando determinati schermi o dispositivi che risolviamo il “problema del digitale”!

Non è che siccome la Nutella fa ingrassare allora non la dobbiamo mangiare MAI.

La regola di base che possiamo darci è: non devono essere una strategia per calmare un bambino agitato, o per farlo stare fermo. Può funzionare a volte, ma dobbiamo anche avere altri modi per poterlo tranquillizzare o intrattenerlo. 

Per migliorare l’esperienza è necessario scegliere dei contenuti di qualità, che possano avere dietro anche degli apprendimenti sia individuali che di socialità. 

Riporto ora alcuni esempi di come utilizzare oppure “non utilizzare” il digitale in diversi contesti e situazioni in cui, sfido qualunque genitore, non essersi trovato.

Voglio godermi una serata al ristorante: mi è capitato spesso di vedere genitori chiacchierare insieme ad altri adulti, mentre i bambini guardano video o cartoni animati su telefoni appoggiati al bicchiere, abbastanza lontani da non poter essere acciuffati dalle manine dei piccoli, ma abbastanza vicini per imbambolarsi a guardare lo schermo. Soluzione: si prepara un piccolo zainetto con dentro qualche gioco: un piccolo libro, delle macchinine, dei pastelli a cera (così non rischiamo di sporcare le tovaglie) con un bloc-notes, piccoli personaggi come Spiderman o Barbie. Attenzione a nessuno piace stare seduto ad un tavolo e non interagire con nessuno, provate a pensarci, come vi sentireste ad essere ignorati per tutta la cena? È importante dedicare delle conversazioni anche ai vostri piccoli. Un consiglio: scegliete posti in cui lo spazio è ampio, e il rumore non è eccessivo.

Per i bambini più grandi, non è sbagliato avere una consolle (prima fra tutte la Switch) l’importante è che non prevalga quella su una conversazione con gli altri commensali, o nel momento in cui arriva il proprio piatto, l’accordo è quello di spegnerla. 

Devo fare un viaggio in aereo o in treno: oltre a quello che ho detto sopra, quindi un piccolo zaino con vari giochi che possono essere gestiti da seduti, si può pensare di guardare insieme un cartone animato, ma questo deve essere di qualità, alcuni corti Disney sono molto belli. Su due ore di viaggio, però, il tempo davanti allo schermo limitiamolo ad una mezzora al massimo, magari dopo aver esaurito tutti i giochi dello zaino, dopo aver guardato e commentato tutto quello che c’è fuori dal finestrino. E mi raccomando, guardatelo insieme ai vostri bambini, affinché possa essere apertura ad un dialogo, ad un confronto su ciò che si è guardato insieme. 

Commissioni varie con i bambini nel passeggino o seggiolino: è difficile, si annoiano, voi correte da una parte all’altra e loro vogliono stare in braccio, vogliono camminare ma avete fretta. Cominciano a strillare appena allacciate le cinturine. Sono arrabbiati, verbalizziamo tutto questo, sono competenti: la mamma/il papà deve andare in questo posto, dopo possiamo andare a giocare al pacchetto insieme (insieme, vuol dire che non state seduti su una panchina a guardare, ma che spingete l’altalena, salite e scendete dallo scivolo, lo aiutate ad arrampicarsi…). Ho visto tantissimi bambini con il cellulare in mano durante le commissioni dei genitori. Proviamo a creare un dialogo, gli argomenti possono essere tantissimi: i colori delle macchine, osservare le persone che passano, i mezzi di trasporto, i rumori delle sirene… 

E se piove e dobbiamo stare chiusi in casa? 

In casa ci sono sicuramente tutti i giochi dei vostri bambini (se non giocano da soli, dobbiamo farci una domanda: il suo spazio permette loro di poter giocare in autonomia?). Ma se non bastassero, piuttosto che accendere la tv su uno di quei canali che ha nel palinsesto cartoni animati dalla mattina alla sera (alcuni anche bruttini), preferiamo della musica, dei video in cui persone reali ballano, o fanno yoga, …, magari nel momento in cui sono davvero stanchi, allora come sopra scegliamo un unico cartone ma che sia di qualità.

Il discorso del digitale non si può certo esaurire qui, questi sono alcuni spunti interessanti su cui riflettere. E se ti trovi bloccato in alcune di queste situazioni non sapendo come affrontarle, puoi contattarci!