LO SPORT:

il movimento e il corpo

Ottobre 2023

Vorrei cominciare questa riflessione con una premessa doverosa ed essenziale, che prescinde dalle attività pomeridiane di bambini e ragazzi ma è fondamento per l’esistenza consapevole di ciascun individuo. Andando a parlare di corpo, non si può lasciare la mente in un angolino buio, ma bensì, è necessario che sia il binomio di corpo-mente ad essere al centro della nostra riflessione.

Troppo spesso chiediamo di essere concentrati con la mente, dimenticandoci del corpo abitato. È di sicuro più immediato pensare ad un allenamento del corpo e a come questo, a suo modo, sia un vero e proprio training della mente. La concentrazione e l’attenzione dei movimenti e dei gesti tecnici che richiede un esercizio o una gara. La performance del corpo è sempre interconnessa a quella della mente, pensate alla danza, al conteggio dei passi, all’ascolto della musica e del ritmo, oppure ad uno sport di squadra come la pallavolo che richiede l’immediato spostamento nel proprio quadrato che permette la copertura di una battuta o un attacco in base al ruolo. O ancora come la mente può incidere quando si rientra in campo dopo un infortunio, e mette in atto gesti istintivi a protezione del corpo. Di certo converrete con me che qualsiasi movimento è governato dalla nostra intelligenza motoria. Ma come la possiamo educare?

La risposa la si trova nel ribaltamento dei due elementi del binomio, se prima abbiamo parlato di un corpo supportato dalla mente, adesso lo ribaltiamo e cerchiamo di capire come la mente può essere sostenuta dal corpo. Vorrei portarvi alcune esperienze di bambini molto piccoli, che se siete genitori, di certo avrete ritrovato nei vostri bambini durante il loro percorso di crescita. 

Nei primi anni di vita è il corpo padrone della scena, una manina afferra qualsiasi cosa si trova intorno, senza una vera coscienza di quello che sta prendendo, quante volte ci spaventiamo e togliamo tutti gli oggetti che noi sappiamo essere pericolosi, una pentola calda, una candela, un coltello tagliente, un vetro… Il tatto insegna alla mente che cosa è piacevole, cosa è fastidioso, freddo, caldo e tutte le altre sensazioni a noi note. Quante volte ci siamo trovati sulla spiaggia sotto l’ombrellone e il nostro piccolo corre sulla sabbia rovente sotto al sole, nonostante gli avessimo più volte ripetuto di usare le ciabatte? Il corpo fa esperienza la mente registra tutte le informazioni fino a renderle dei veri e propri pilastri o assiomi della conoscenza.

Ecco perchè è difficile per i bambini della scuola primaria, stare fermi e imparare dai libri secondo i metodi della tradizione. Certo, ci siamo riusciti noi, perchè non dovrebbero riuscirci loro?

Non so voi, ma una volta uscita da scuola io passavo il pomeriggio al parco, anche d’inverno, se anche minacciava pioggia, ma di fatto ancora non era cominciato il diluvio, comunque si stava fuori, fino a quando era necessario fare una corsa sotto l’acquazzone o ripararsi sotto i balconi dei palazzi. Oggi, purtroppo, tra gli impegni lavorativi dei genitori e i molteplici impegni post scuola dei bambini, i timori dei malanni e la grande presenza di strumenti digitali, i parchi sono vuoti, i salotti, le camerette e aule di inglese, musica o catechismo sono piene di bambini seduti. Quando i bambini possono davvero esperire il loro corpo?

Fin da piccoli, ma soprattutto durante gli anni della primaria dove per forza di cose si passa la gran parte della giornata seduti, è importante che le attività pomeridiane possano essere dedicate a quel famoso binomio di corpo-mente di cui abbiamo parlato all’inizio. 

Senza obbligare i bambini a scegliere uno sport, o dover fare tre o quattro allenamenti alla settimana, il consiglio è di certo quello di creare degli spazi durante la settimana dove possano passare il tempo con altri ragazzi della stessa età, che sia un centro di aggregazione, che sia l’oratorio, o un parco, questo influisce sia sulla loro socialità, sul prendere consapevolezza degli interessi personali, sia sull’evitare di stare seduti in poltrona davanti a qualche console. Un ulteriore suggerimento è lasciare che i bambini si annoino, perchè solo così provano a trovare delle strategie che possano far loro divertire, è un allenamento che deve cominciare fin da piccoli, giocare con la mamma, il papà o altri adulti è di certo importante e bello per la relazione, ma diamo uno spazio a misura di bambino dove si senta padrone e libero di sperimentarsi.

Mi fermo qui per non andare fuori tema, riprendiamo invece il discorso dello sport. 

L’età giusta per poter cominciare uno sport non esiste, molti adulti si sperimentano in discipline che mai avevano immaginato da ragazzini, allo stesso tempo però, non è bene cominciare una disciplina sportiva troppo precocemente, perchè molte di esse hanno dei gesti tecnici che non sempre seguono quello che è il naturale movimento del corpo, l’esempio più classico è quello del calcio, uno stop della palla con il piatto del piede, non è un movimento naturale per noi, per questo prima di poterlo affrontare è bene che i bambini abbiamo preso consapevolezza di tutto: l’equilibrio in tutte le sue sfaccettature, la visione laterale, la consapevolezza dello spazio che si ha a disposizione e quello che occupa il nostro corpo. L’abilità e l’agilità. 

Tutti fattori che possono essere esperiti durante una giornata al parco, una bella passeggiata nella natura, un’arrampicata su un albero, una nuotata al mare, una corsa nel prato, le capriole sul divano, il saliscendi dai gradini, i salti dai muretti… e molto altro!

Regalare ai bambini questo tempo assolutamente gratuito restituisce il corpo come strumento di conoscenza per la mente. Un tempo gratuito ed essenziale!