Cosa c'entra l'organizzazione con la pedagogia?

Fare squadra in famiglia

Aprile 2023

Perché in pedagogia si parla di organizzazione? 

Quando abbiamo pensato al tema di questo mese, la prima domanda che mi sono posta è stata proprio questa, e probabilmente lo avete fatto anche voi. 

Quando si pensa all’organizzazione spesso e volentieri ci vengono in mente quelle figure un po’ mistiche e un po’ televisive che svuotano case e le riorganizzano, appunto, in scatole e contenitori, dividendo in: TENERE, BUTTARE e VENDERE. Una volta riordinato tutto se ne vanno, a quel punto mi chiedo sempre: ma per quanto quella casa rimarrà così organizzata?

Non lo si può sapere, nessuno torna dopo qualche mese per darci la possibilità di rispondere.

Non voglio demonizzare questo tipo di programmi, spesso all’interno ci sono soluzioni utili a cui non avrei mai pensato, e qualche consiglio da mettere in pratica per capire se per noi funziona! 

Sì, avete letto bene, “per noi”.

Siamo bombardati di informazioni, c’è chi ci spinge a diventare minimalisti, chi ci consiglia di mettere tutto in scatole trasparenti per vedere l’interno, c’è chi consiglia di abbracciare i capi e gli oggetti per poter capire se è il momento giusto per lasciarli andare. Ognuno ha il suo metodo da sperimentare e far suo, non sempre ahimè viviamo in casa da soli e siamo tutti diversi, quello che può funzionare con me non è detto che funzioni con i nostri figli, o il nostro compagno, o marito. 

A tal proposito, sono cresciuta in una casa dove mia mamma accatastava tutto nell’armadio, e alcune volte mi sorprendevo di vedere dei vestiti che erano di moda dieci anni prima, che non le andavano più bene, o che non ci sarebbe stata occasione per metterli. Ma rimanevano lì appesi. Poi c’era mio papà che, al contrario aveva le camicie e le polo organizzate nei cassetti per colore, per sfumatura d’azzurro. L’impatto entrando in casa, nonostante la diversa modalità di ordine dei loro guardaroba, era di un gioiello. Poche cose in giro, poca polvere. Ogni oggetto aveva un suo posto. 

Se penso a quando mi sono trasferita, la mia stessa modalità di tenere la casa è cambiata molte volte. All’inizio vivevo da sola con un lavoro full-time, praticamente facevo colazione al mattino, mi preparavo la cena la sera, in casa non avevo modo di fare altro, bastava il letto e la cucina! Poi c’è stata la pandemia, e mi sono ritrovata immersa in una casa “non vissuta” non avevo uno spazio dedicato per lavorare al computer, non avevo dei ripiani dedicati alla creatività, colori, acquarelli… pensare che attaccavo e staccavo l’antenna della tv perché altrimenti il cavo passava in mezzo al salotto! Poi ho cominciato a convivere. E via, altri pensieri e spazi che si dovevano creare per accogliere una persona con esigenze diverse.

Ma è il momento di arrivare al dunque, al succo della questione. Cosa c’entrano pedagogia e organizzazione? 

Se la pedagogia è la scienza che studia e sostiene l’educazione e la formazione di un individuo in tutte le età della vita, sarà allora necessario che insegni a ciascuno a ricercare il proprio metodo di organizzazione, che sia personale o collettivo. 

Se da bambini si ha in carico esclusivamente la gestione dei propri giochi e dei propri compiti scolastici, e comunque sempre mediati da un adulto, da adulti ci troviamo ad essere noi stessi a prenderci cura del nostro tempo e spazio. 

L’organizzazione è la sintesi del tempo e dello spazio. Ad esempio prendersi una decina di minuti al giorno per svolgere un’attività che ci piace. Sapere che ci sono delle commissioni da svolgere, decidere se protrarsi alla sera o anticipare al mattino i punti della nostra “to do”.

E non vi sto parlando di fantascienza, ma di semplici azioni quotidiane. Se penso a me stessa, piuttosto che fare la doccia al mattino preferisco andare a dormire più tardi ma lavarmi alla sera, stessa cosa se mi devo preparare il pranzo per l’indomani. E lo stesso valeva ai tempi dello studio in università. Al mattino il mio cervello non collabora soprattutto se la sveglia suona prima delle 7.15! Ma sono certa che tra voi qualcuno la penserà esattamente al contrario.

Lo stesso dibattito credo che si possa aprire tra chi utilizza l’agenda cartacea e chi un calendario digitale. I post-it o i promemoria impostati da Siri o Alexa che sia. 

Nel quotidiano ci rapportiamo con tante persone diverse, che hanno diversi modi di organizzare la propria casa, agenda, lavoro. Per questo è necessario educare ed educarci ad accettare quelle sfaccettature dell’altro, accordarci sui punti che proprio non riusciamo a prescindere e sostenere quelle che sono le peculiarità di ciascuno. 

Se si impara a valorizzare l’altro, a comprendere le scelte e a collaborare, sarà più facile fare squadra e avere una buona organizzazione familiare. 

Può essere d’aiuto che chi ha in gestione il calendario segni gli impegni di tutti, e che tutti si riferiscano a lui quando c’è da aggiungere o controllare gli impegni. Così chi non ama questa parte, può consultarlo senza il sentirsi appesantito dal doverlo compilare sapendo di dimenticare qualche passaggio importante. 

Può essere d’aiuto avere una lavagna dove scrivere che cosa manca quando finisce qualche cibo o prodotto per casa, e chi avrà l’impegno di fare la spesa potrà semplicemente trascriversi quella lista, tutti possono inserire quello che serve, tutti sono coinvolti, ma c’è una persona che si prende l’incarico. 

Può essere d’aiuto quando proviamo un vestito e ci rendiamo conto che non è più il nostro stile, o che ai nostri bambini non va più, oppure che è strappato o troppo liso, rovinato, metterlo in un sacchetto da parte, e non riappenderlo nell’armadio dimenticandolo per anni. 

Può essere d’aiuto (soprattutto per chi deve seguire specifici regimi alimentari, o ha bambini piccoli) scrivere un menù settimanale prima della spesa, può essere sempre lo stesso, oppure variare di volta in volta, ma chi arriva saprà già in che cosa portarsi avanti, e non avrà lo stress di aprire il frigorifero senza sapere davvero che cosa mangiare e finendo sempre a spizzicare salumi, formaggi e qualche salatino. 

Può essere d’aiuto in un pomeriggio di pioggia, o in un occasione in cui siamo costretti a casa, scegliere un cassetto, uno scaffale, un ripiano della dispensa, togliere tutto, passare la spugna ed eliminare o riorganizzare lo spazio. Questo evita di prendersi un impegno troppo grande, di un intero armadio o stanza, che finisce per rimanere incompiuto o di portarci maggiore stress.

Educarci a prendersi cura dello spazio in cui viviamo e delle persone che amiamo è davvero complesso. Per tanti sembra scontato poiché (beati loro) hanno fatto esperienza fin da piccoli di un’organizzazione familiare che comprendesse tutti i membri. Di certo una gestione molto più moderna, rispetto a quella dei nostri nonni, che comunque era basata sulla divisione dei ruoli. 

Ma del come educare i bambini alla cura del proprio spazio ne parliamo il mese prossimo!